Entro il 30 giugno gli iscritti a Inarcassa dovranno versare la prima rata dei contributi minimi previdenziali per l’anno in corso. Il pagamento riguarda le due principali componenti obbligatorie: il contributo soggettivo minimo, pari a 2.750 euro, e il contributo integrativo minimo, fissato in 835 euro. Entrambi gli importi devono essere versati anche in assenza di reddito o volume d'affari.
Contributo soggettivo
È calcolato in misura percentuale sul reddito professionale netto (14,5% fino a un massimo di 142.650 euro per il reddito 2024), ma è comunque previsto un minimo obbligatorio. Questo importo è dovuto interamente anche dai pensionati iscritti a Inarcassa, con eccezione per i percettori di pensione d’invalidità o dell’assegno per figli con disabilità grave, ai quali si applica il 50%. La soglia minima è frazionabile in dodicesimi in base ai mesi di effettiva iscrizione durante l’anno.
Contributo integrativo
Si applica in misura del 4% sul volume d’affari IVA e serve a finanziare le prestazioni assistenziali. Anche in questo caso è previsto un versamento minimo annuo, non legato al fatturato effettivo, da corrispondere in quattro rate. Parte del contributo integrativo può essere riconosciuta ai fini pensionistici secondo la cosiddetta “retrocessione”, in misura variabile a seconda dell’anzianità contributiva.
Contributo di maternità/paternità
Per l’anno 2025 l’importo ammonta a 91 euro (36 euro da corrispondere con la prima rata dei minimi).
Per il versamento della prima rata, Inarcassa mette a disposizione avvisi PagoPA o modelli F24 scaricabili dalla propria area personale.