Nuovo Codice dei Contratti Pubblici: la progettazione di qualità deve esserne la base imprescindibile
codice contratti pubblici

Il tema della revisione del Codice dei Contratti Pubblici è di importanza strategica per tutta la gestione degli appalti, promossi in questo periodo di grandi investimenti.

Il Governo, delegato alla revisione dal Parlamento, ha recentemente ricevuto dal Consiglio di Stato un documento iniziale che nelle scorse settimane è stato messo a disposizione per le osservazioni dei vari portatori di interesse.

Consulta AL si è subito messa all’opera con un proprio Gruppo di Lavoro (Lavori pubblici, Bandi e Concorsi e ONSAI), al fine di raccogliere i contributi degli Ordini territoriali e definire criticità e potenzialità di questo documento iniziale. Il GdL, riunito con urgenza, ha sintetizzato le questioni chiave inviandole tempestivamente al Cnappc, che con un proprio Gruppo Operativo ha già predisposto un documento che verrà condiviso con la RTP per contribuire a definire la posizione delle professioni tecniche sul nuovo codice.

Due principi di importanza
Consulta AL sostiene da sempre l’importanza di due principi che stanno orientando la revisione normativa in atto e che possono essere così sintetizzati:

  • preferire la definizione del rapporto tra qualità e prezzo come base prioritaria per le aggiudicazioni, eliminando il criterio dell’offerta al massimo ribasso, che spesso ha creato problematiche in termini di scelte di interventi ad alto profilo qualitativo, realizzativo e gestionale
  • definire un effettivo snellimento e una più rapida tempistica delle procedure, fissando un termine perentorio per la conclusione dei procedimenti, tramite istituzione di Conferenze dei Servizi nelle quali gli Enti partecipanti sono chiamati contribuire al miglioramento delle proposte progettuali

 

Tre punti critici
Consulta AL è altresì critica delle possibili conseguenze che potrebbero derivare da modifiche importanti che sono state per ora proposte. In particolare:

  • la riorganizzazione degli attuali tre livelli di progettazione in due consistenti solo nel progetto di fattibilità tecnico-economica, che ricomprende anche le fasi autorizzative, e nel progetto esecutivo; oltre a una necessaria cautela nel riequilibrare fra professionista e stazione appaltante i compiti e le responsabilità della linea progettuale nel suo complesso, sarà indispensabile anche aggiornare il decreto parametri
  • la reintroduzione dell’appalto integrato, che non riteniamo una accettabile modalità di affidamento dei lavori, preferendo sempre una prestanzone del progettista indipendente e finalizzata esclusivamente alla qualità dell’opera, piuttosto che condizionata da fattori economici dettati dall’impresa esecutrice
  • la riduzione del ruolo del concorso di progettazione che, viceversa, deve essere riaffermato e potenziato, ribadendo che costituiscono la via maestra per realizzare opere di rilevanza architettonica, sociale, culturale. Va inoltre ribadito che il concorso in due fasi deve sempre costituire la regola e non l’eccezione.

 

La progettazione deve essere elemento portante della revisione
Si deve riaffermare con forza il principio informativo che dovrà sorreggere l’intera revisione del testo legislativo del Codice dei Contratti: se da un lato occorre muoversi verso chiarezza, semplificazione e sburocratizzazione del testo normativo (è anche necessaria una riduzione delle tempistiche procedurali degli appalti), dall’altro è assolutamente imprescindibile il fatto che, se davvero vogliamo ottenere opere pubbliche di qualità per noi e per le generazioni future, l’attività progettuale di qualità dei professionisti, e in particolare degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori, è da considerarsi come motivo di forza e prospettiva per il futuro e dovrà essere elemento portante della revisione del Codice dei Contratti pubblici in corso.

16 Novembre 2022

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