Le proposte di Consulta per il Regolamento Edilizio Tipo

Il 14 febbraio il Palazzo della Regione Lombardia ha ospitato il convegno “Stato di attuazione dei regolamenti edilizi in Lombardia”. Il presidente di Consulta AL Carlo Mariani ha partecipato alla giornata con un intervento di cui si riportano le tematiche e le proposte.

 

Si fa presto a parlare di “semplificazione”: ma cosa significa “semplificare” e come si può farlo? Non è infatti sufficiente comprimere le informazioni, eliminare le ripetizioni e i richiami, ma bisogna sfruttare al massimo l’uso dell’informatizzazione utilizzando, ad esempio, appropriate tecnologie che si adattino automaticamente alle diverse realtà evitando inutili ripetizioni o forzature che non fanno altro che indurre in errore.

Il quadro italiano, nazionale e regionale, in materia di semplificazione descrive una situazione complessa.

A scala nazionale, è la stessa storia dell’articolo 4 del Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001), introdotto per disciplinare “il contenuto necessario dei regolamenti edilizi comunali”, a raccontare questa complessità: dal 2011 al 2016, ossia circa negli ultimi dieci anni, le modifiche sostanziali, le aggiunte e le abrogazioni sono state molte e continue arrivando anche a includere il rimando a uno schema di regolamento edilizio.

A scala regionale, la Lombardia ha, dal canto suo, adeguato recentemente la LR 12/2005 con la DGR 24 ottobre 2018 n. XI/695 e la LR n. 17 del 4/12/2018, che hanno superato le contraddizioni con l’articolo 28, secondo il quale “il regolamento edilizio non può contenere norme di carattere urbanistico che incidano sui parametri urbanistico-edilizi previsti dagli strumenti della pianificazione comunale”.

Siamo finalmente entrati nella fase più operativa dell’elaborazione di un Regolamento Edilizio Tipo come risultante dall’intesa tra lo Stato, le regioni e le autonomie locali, fase che avrà una maggiore incidenza sulle realtà territoriali.

I temi che dovranno essere sviscerati sono molti e comprendono, solo per fare alcuni esempi, la disciplina edilizia, la trasformazione del territorio, la normativa sui cementi armati e la sicurezza statica e sismica, l’efficienza energetica degli edifici, l’acustica, i temi legati alla mobilità, la normativa sulle cosiddette “fasce di rispetto” (stradali, ferroviarie, cimiteriali, di elettrodotti e corpi idrici), i vincoli sui beni ambientali e monumentali, il tema idraulico e geologico, le disposizioni riguardanti scuole, ospedali o distributori di carburanti e quelle concernenti i siti contaminati e la gestione degli scavi.

A nostro avviso, i punti su cui sarebbe utile impostare il ragionamento sul nuovo regolamento edilizio tipo sono i seguenti.

Il primo è la disponibilità di un elenco sintetico e ragionato della legislazione riguardante l’attività edilizia perché eviterà di perdere tempo in estenuanti ricerche per ricostruire il quadro normativo di riferimento. La presenza nei nuovi regolamenti di link di rinvio ai testi più aggiornati e adeguati delle norme potrebbe facilitare ulteriormente la comprensione, la consultazione e l’utilizzo, completando anche un servizio fornito da diversi soggetti sia pubblici che privati indispensabile alla corretta applicazione delle normative vigenti in materia edilizia.

Un secondo punto riguarda l’uniformità delle definizioni e dei parametri urbanistici ed edilizi potrà contribuire ad una sorta di semplificazione normativa che le diverse definizioni e modalità applicative hanno pesantemente aggravato la complessità della disciplina urbanistica e della strumentazione di pianificazione territoriale.

Sicuramente nelle fasi iniziali non mancheranno dubbi e perplessità interpretative che potrebbero essere superate a valle di un indispensabile periodo di sperimentazione libero da ulteriori variazioni, questo come terzo punto. Questo consentirebbe un’effettiva semplificazione del governo del territorio e dell’edilizia con influenze positive anche sul mercato edilizio e sulla risoluzione delle cavillose controversie che oggi attanagliano il settore.

Considerando che la probabilità che un intervento sia iniziato con una normativa di riferimento e terminato con una nuova è molto concreta, pensiamo sia anche indispensabile valutare la possibilità di un regime transitorio per le pratiche in corso o per quelle che saranno presentate entro breve con permesso di costruire e/o scia e le relative varianti in corso d’opera, per cui si potrebbe magari consentire un’estensione dell’ultimazione dei lavori oltre il termine fissato.

Riteniamo sia sicuramente positivo il disposto normativo che rinvia le definizioni aventi incidenza sulle previsioni dimensionali urbanistiche, e quindi sull’applicazione dei nuovi parametri urbanistici, “a partire”, cito testualmente, “dal primo aggiornamento complessivo di tutti gli atti del PGT”, ovvero alla redazione di una variante generale della strumentazione urbanistica comunale.

Ultimo punto, ma tutt’altro che secondario, riguarda la necessità di considerare le capacità di spesa delle amministrazioni comunali in un periodo non florido. Gli enti locali sono infatti chiamati a uno sforzo economico non indifferente, che si estenderà necessariamente anche alla scala urbanistica, oggi in fermento anche per il recentissimo adeguamento del Piano Territoriale Regionale alla legge sul contenimento del consumo di suolo. Si dovrà infatti procedere a una revisione generale della strumentazione urbanistica che dovrà essere redatta a valle di un aggiornamento degli studi geologici, da adeguare anch’essi al Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA), al regolamento per il rispetto del principio dell’invarianza idraulica e idrologica e allo studio comunale di gestione del rischio idraulico. Si potrebbe quindi pensare a forme di incentivazione dell’aggregazione delle piccole realtà comunali anche attraverso opportune forme di finanziamento.

Concludendo, si vuole portare la concreta esperienza del Tavolo dell’edilizia di Bergamo che, istituito dalla Camera di Commercio e coordinato dall’Ordine degli Architetti, ha riunito tutti i rappresentanti e gli interlocutori della filiera dell’edilizia (compresi Ance, Confartigianato, Ordini professionali, Università e CNA) e portato all’elaborazione di un documento congiunto contenente azioni concrete per il rilancio del settore delle costruzioni e la creazione di un’edilizia innovativa.

15 Febbraio 2019

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