Approvato il Bilancio di Previsione 2020

Con un patrimonio crescente e un numero di iscritti stabile, il Comitato Nazionale dei Delegati approva il bilancio di previsione 2020 della cassa pensionistica di ingegneri e architetti liberi professionisti.Il 2020 è l’anno delle elezioni del nuovo CND, previste per la primavera, e chiude i 5 anni di lavoro dell’attuale Consiglio, caratterizzati a livello nazionale da una forte instabilità a livello politico-economico, con la conferma della stagnazione da parte dei dati del centro studi di Confindustria.
Alcuni dei punti compresi nella relazione illustrativa al bilancio di previsione 2020 (in allegato).

La dinamica degli iscritti
Dopo una fase di rallentamento nel quinquennio 2013-2017, nel 2018 le iscrizioni hanno fatto registrare valori in aumento, tornando ad avvicinarsi alle 12.000 unità. Le cancellazioni, cresciute fino al 2016, si sono stabilizzate a valori poco al di sotto delle 11.000 unità. Fine 2018 ha chiuso con un incremento di iscritti leggermente positivo, a + 742 unità, mentre il 2019 chiude il saldo tra iscrizioni e cancellazioni a + 1.149 unità. Il 2019 gli iscritti hanno raggiunto le 170.000 unità, in aumento dello 0,7% rispetto al 2018 precedente, con un incremento degli ingegneri e una diminuzione degli architetti).

La dinamica dei redditi degli iscritti
I primi dati sulle dichiarazioni dei redditi e dei fatturati 2018 sembrano confermare la fine della lunga fase di flessione dei redditi medi degli iscritti: dai 33.037 euro del 2007 si era scesi ai 23.932 euro del 2014 (-28%).
Le previsioni 2019, pur ipotizzando un rallentamento della fase di crescita, evidenziano una variazione positiva dell’1% del reddito medio che dovrebbe attestarsi sui 26.700 euro. Si deve tuttavia considerare la permanenza di importanti differenze di reddito tra ingegneri e architetti, sempre più penalizzati, e tra uomini e donne.

I pensionati e le pensioni
Il bilancio di previsione 2020 indica, anche per effetto delle recenti e continue modifiche normative in ambito pensionistico, un aumento del numero delle pensioni di vecchiaia, contate in 20.086 (erano 16.813 nel 2018).
L’onere medio complessivo è abbastanza stabile. L’importo medio dell’assegno previsto per i 2020 è pari a 18.999 euro.

Patrimonio e conto economico
Il patrimonio della cassa è in crescita costante dal 2015, anno di insediamento dell’attuale Consiglio. Per il 2020 sono in previsione 11,7 miliardi di euro, corrispondenti a 69.000 euro procapite per ogni iscritto (il consuntivo 2015 fissava 8,8 miliardi per 52.000 euro procapite).
L’avanzo economico previsionale è positivo, attestato sui 428 milioni di euro. È dato dalla somma dei saldi della Gestione Previdenziale, della Gestione Patrimonio, della Gestione Operativa e da altri costi e proventi.
Il saldo della Gestione Previdenziale (differenza tra le entrate per contributi e sanzioni e le uscite per prestazioni istituzionali) è positivo, sebbene in flessione rispetto agli anni precedenti: 294.582 euro.
Il saldo della Gestione Patrimonio (somma dei proventi e oneri finanziari) è positivo anch’esso: 176.194 euro, in calo rispetto ai precedenti.
Negative sono invece le voci della Gestione Operativa (somma degli oneri relativi al costo del personale, acquisto di materiali di consumo, servizi diversi, godimento beni di terzi e oneri diversi di gestione) e degli altri proventi e costi (l’accantonamento, a titolo prudenziale, al fondo per le spese impreviste nonché per maggiori spese che possono verificarsi durante l’esercizio): rispettivamente - 29.606 euro e - 13.036 euro.

Gli auspici per il futuro, anche oltre le prossime e imminenti elezioni, sono per un modello di cassa basato su: indipendenza patrimoniale e autonomia gestionale; vigilanza pubblica efficace ma non ridondante; normativa snella che guardi alle professioni prima e alle loro organizzazioni dopo.
Secondo il presidente Giuseppe Santoro “ad Inarcassa non servono concessioni o abbuoni. Serve che Governo e istituzioni non la ostacolino con un iniquo livello di tassazione sugli investimenti o con lo straripante esercizio dei poteri di vigilanza sulle scelte legittime e sostenibili”.
A margine ma non troppo, alcune considerazioni sulla congiuntura e sul peso delle azioni che solo il governo può mettere in campo per incentivare la crescita e l’aumento dell’occupazione, i soli che sono realmente in grado di garantire il futuro pensionistico di un paese sempre più vecchio (l’Ocse stima nel 2050 un rapporto di 1 a 1 tra pensionati e lavoratori).

08 Gennaio 2020

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