Consulta AL partecipa al tavolo tecnico organizzato dal Cnappc relativo alle modifiche e aggiornamento del Testo Unico dell’Edilizia DPR 380/2001 di cui è responsabile il consigliere nazionale Fabrizio Pistolesi.

Il tavolo, a cui partecipano una decina di delegati, ha come prima finalità di uniformare la normativa fra le diverse Regioni, semplificandone contenuti e procedure, nonché aggiornare il testo alle modifiche intervenute dopo il 2001.

La documentazione prodotta, che viene raccolta in apposito sito con accesso da parte dei partecipanti per permettere la condivisione dei diversi contributi, viene poi portata e discussa tramite l’architetto Pistolesi al tavolo delle Reti delle Professioni, per poi essere consegnata ai delegati del Ministero Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione che, a loro volta, la porteranno all’attenzione della Commissione che si occuperà della stesura del testo modificato.

Attualmente il Ministero prevede di poter portare il testo in aula in prima lettura prima della fine dell’anno.

Le principali modifiche proposte sono: 

• riordino e riduzione delle tipologie di intervento (onerosa e non onerosa)
• semplificazione e riduzione delle procedure (SCIA o PdC)
• unione della pratica di agibilità con quella di fine lavori
• riordino dei compiti di SUE e SUAP, con accorpamento di competenze
• maggiore attenzione agli interventi di rigenerazione urbana e riuso
• maggiore utilizzo di procedure informatiche, in attuazione dell’agenda digitale, per conferenze dei servizi, protocollazioni, messa in rete dei diversi enti con condivisione delle pratiche

A queste si aggiungono poi proposte di adeguamento alle normative strutture, vincolistiche ecc..

Va evidenziato un punto critico. Salvo l’utilizzo di procedure informatiche che vedono molte regioni avanti rispetto alla nostra, la normativa urbanistica di Regione Lombardia appare spesso di molto avanzata rispetto alle procedure in uso alla maggior parte delle altre regioni (Regione Sicilia ha ad esempio recepito il DPR 380/2001 solo nel 2016 attraverso la legge RS n. 16): per questo molte delle proposte di semplificazione avanzate al tavolo dai vari delegati penalizzerebbero di fatto la nostra regione.

Questa differenza genera spesso accese discussioni durante le riunioni perché la normativa condivisa all’interno del tavolo di lavoro a noi appare, spesso, un inutile aggravio burocratico.

All’interno della Rete delle Professioni, a cui partecipano tutte o quasi le diverse figure specializzate attive nella filiera edilizia, ogni delegato tende a tutelare i propri interessi. A titolo di esempio, i notai richiedono che il collaudo finale obbligatorio nelle SCIA sia eseguito da un tecnico diverso dal progettista o dalla D.L., mentre gli ordini tecnici, fra cui il nostro, ritiene detta nuova procedura un aggravamento e ulteriore adempimento burocratico. E lo stesso si può dire dei contenuti proposti nel fascicolo del fabbricato (di nuova istituzione) e le procedure per il collaudo statico periodico negli edifici.

Arch. Clara Rognoni, Ordine Architetti PPC di Milano