"Le città del futuro. Aver cura dei nostri territori". Report finale

Una giornata piena di spunti per il convegno “Le città del futuro. Aver cura dei nostri territori” – organizzato da Consulta AL e Cnappc lo scorso 4 maggio –, come solo momenti di incontro e riflessione con chi la città la fa, la amministra, la pensa, possono essere.

La tappa lombarda di avvicinamento all’VIII Congresso Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori italiani – che si terrà a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, dal 5 al 7 luglio prossimi –, è stata per Consulta AL e per gli architetti lombardi un momento di riflessione importante sul futuro e sul presente delle nostre città. Interventi di grande rilievo, con rappresentanti delle istituzioni, dell’università, del mondo dell’architettura, in un luogo, Palazzo delle Stelline a Milano, che ha accolto le 400 persone che hanno assistito in modalità frontale al convegno, oltre agli 850 architetti iscritti tramite webinar.

Alla «comunità» si è rivolto Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, che insieme a Paolo Mazzoleni, Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Milano, ha aperto il pomeriggio di lavori. Una comunità a cui si è rivolta anche Alessandra Ferrari, consigliere del Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori e coordinatrice del Dipartimento Promozione della Cultura Architettonica e della figura dell'architetto: «Tutti vogliono recuperare il senso di comunità», ha precisato, puntando l’attenzione sull’importanza della cultura: «La responsabilità di essere protagonisti, la volontà di recuperare il senso di comunità, sulle città, sui territori. Come? Con una rivoluzione culturale».

Molti gli spunti forniti dai rappresentanti delle istituzioni, della categoria, della formazione universitaria: «L’architetto, nell’ambito del progetto, si mette in ascolto del luogo e del bene culturale», ha affermato Carlo Mariani, presidente di Consulta AL, in una spinta verso il futuro con un cambiamento che, secondo Pietro Triolo, past president di Consulta AL «avviene solo quando persone normali si uniscono».

Persone, comunità sono i punti fondanti di un nuovo corso, costruito con le nuove generazioni: «Penso che l'architettura possa oggi costituire non solo un mestiere, ma un sogno per le generazioni future», ha precisato Emilio Faroldi, prorettore del Politecnico di Milano. E a dialogare con architetti e università, anche l’amministrazione comunale di Milano e Regione Lombardia. In sala, l’assessore all’Urbanistica di Milano, Pierfrancesco Maran, ha sottolineato l’importanza dell’architettura di qualità anche nelle periferie: «Milano vive una stagione positiva – ha spiegato l’assessore –, ma deve essere alimentata costantemente. Milano deve esser sempre più equa, soprattutto in periferia, dove serve portare investimenti e progetti di qualità creando una sinergia tra pubblico e privato». Anche Regione Lombardia, con il presidente Attilio Fontana, punta su «rigenerazione e bellezza», con un impegno maggiore della pubblica amministrazione nei rapporti con gli Ordini, strategici e produttivi.

Se Milano è stata per certi versi al centro della discussione, grande importanza hanno rivestito anche altre realtà e territori, italiani e europei. Come la Catalogna, grande protagonista grazie all’intervento di Lluìs Comeròn Graupera, presidente del Consiglio Superiore del Collegio degli Architetti di Spagna che ha detto: «Salute e economia circolare cambiano le città grazie all’architettura». Un nuovo corso che mette al centro la sostenibilità, come ha spiegato, nel suo intervento, Alberto Winterle, presidente dell’Associazione Arco Alpino con un focus sulla riqualificazione: «Il concetto del riuso si trova anche in piccoli esempi come gli edifici dei piccoli centri alpini», ha spiegato, sottolineando le potenzialità dell’architettura nei centri di montagna: «Puntiamo sull’inserimento di oggetti di qualità in montagna, tenendo conto delle differenze e delle peculiarità del territorio».

Futuro che guarda ai trend del presente con i quali anche l’architettura si trova a fare i conti: «La demografia è un problema con cui ci dovremo confrontare», ha affermato nel suo intervento Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, tracciando la nuova strada che, secondo Remigio Ratti, professore titolare emerito dell’Università di Friburgo, chiama in gioco altri fattori, tra cui la mobilità e la tecnologia: «Non basta la tecnologia, bisogna arrivare a un modello di riequilibrio della mobilità», ha affermato. Con Stefano Della Torre, direttore del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano, e con Marco Edoardo Minoja, direttore del Segretariato Regionale del MiBACT della Lombardia si è parlato di patrimonio architettonico e paesaggio tra tutela e valorizzazione, punti importanti sui quali ragionare per ripensare al passato in vista del futuro, in un’architettura in sintonia con il territorio, mentre con l’avvocato Alessandra Bazzani, il titolare dello studio Oneworks, Leo Cavalli, e l’assessore alle Finanze del Comune di Bruxelles, Nathalie Gilson, si è discusso di norme e leggi in materia progettazione: «Il progetto si deve inserire nella città, portare benessere e tutelarci dalle malattie», ha spiegato Gilson.

Sono stati molti i temi messi sul tavolo durante il convegno, con le relazioni degli esperti moderate da Luca Gibello, direttore de Il Giornale dell’Architettura, in un pomeriggio di grande interesse in preparazione del Congresso di Roma.

Consulta AL ringrazia tutti i partecipanti.

Sabato 19 maggio alle 14.30, Radio24, nell'ambito del programma L'altro pianeta, manderà in onda il reportage dal convegno. Il podcast sarà poi scaricabile dal sito di Radio24.

17 Maggio 2018

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