Le richieste di Consulta AL al Cnappc

Egregio Presidente Giuseppe Cappochin,
Egregi Consiglieri

L’Italia, il Nord, la Lombardia in particolare, da ormai un mese è attraversata da un flagello che uccide, porta sofferenze, sfinisce ospedali, riempie cimiteri, separa e confina cittadini nelle loro case, sospende le normali iniziative civili.

Dagli inizi di marzo le attività di quasi ogni genere, educative, produttive, amministrative, culturali, sono pressoché sospese o condotte a regime ridotto. Il vivace sistema socio/economico lombardo, quello di una popolazione di dieci milioni di abitanti, si è sostanzialmente bloccato nell’arco di venti giorni, di colpo. Nulla lascia intendere quando potremo ripartire ma le prospettive non sono per nulla ottimistiche. Nel frattempo è altamente probabile che le aziende avranno perso commesse, il turismo ne uscirà decimato e il sistema economico finanziario fortemente segnato, non si sa per quanto tempo.

In questo quadro di eccezionale gravità, per gli oltre 26.000 architetti lombardi, ed in generale per i colleghi italiani, la prova che già da ora ci attende sarà gravosissima, con fermi e rallentamenti di lavoro e di emolumenti che andranno a sommarsi alle condizioni iniziali economico/professionali già particolarmente complesse perché irrisolte da anni.

In questo quadro di eccezionale gravità, noi vorremmo essere certi che il nostro organismo di riferimento a livello centrale, il Cnappc, sappia, con l’autorevolezza e la capacità che deve essergli propria, essere punto di orientamento tempestivo e preciso nella gestione della fase di crisi in cui tuttora ci troviamo; e sempre con tempismo, autorevolezza e determinazione, sappia porre, con gli organismi governativi, le chiare premesse per le indispensabili condizioni per il prosieguo delle attività lavorative.

Sul fronte della gestione immediata della crisi, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
- i colleghi sono ancora in attesa di avere chiare indicazioni su come procedere nei cantieri e più in generale di ricevere linee guida di comportamento anche per la loro tutela;
- gli Ordini stanno attendendo indicazioni precise sulla gestione delle segreterie e sull’accensione del sistema di comunicazione in remoto;
- sul fronte dei rapporti col Governo siamo ancora attoniti, mortificati, umiliati, nel non avere visto riconosciuto ruolo ed esistenza degli architetti liberi professionisti nel decreto “Cura Italia”, al di là dei decreti correttivi che, forse, potranno essere emanati.

Riteniamo imprescindibile che il Cnappc sappia costruire politiche condivise con tutta la filiera delle trasformazioni del territorio e la comunità delle professioni: nei provvedimenti del Governo l’assenza delle libere professioni è frutto anche delle azioni solitarie dei singoli Consigli Nazionali che si sono dimostrati deboli e incapaci di porsi come interlocutore necessario e autorevole. È necessario definire e proporre come intero settore gli strumenti (edilizi, di procedura, legislativi) che potranno metterci nelle migliori condizioni per la ripartenza.

Il ruolo del Cnappc, ora, in questo momento, per come saprà essere condotto, sarà decisivo e cruciale per il prossimo futuro della professione di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore in Italia. Potrà essere accompagnato dalla massima condivisione di tutto il sistema ordinistico e degli iscritti se questi ne avvertiranno lo sforzo e i risultati.

Gli Ordini dovranno ripensare l’articolazione delle proprie risorse economiche e dal Cnappc, almeno quelli lombardi, attenderanno segnali importanti di sgravio economico per l’alleggerimento dei loro impegni. Mentre non comprenderebbero costi di migliaia di euro del Cnappc per attività non strettamente funzionali all’attività ordinaria (come ad esempio il programmato “tour ordinistico”) o non di supporto alle iniziative emergenziali per tutti gli Ordini e gli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori italiani.

Fondamentale invece sarà la capacità del Consiglio Nazionale di definire le condizioni con tutte le Istituzioni per la ripartenza ma anche per il prosieguo immediato dell’attività professionale: a tale proposito a titolo esemplificativo è necessario da subito intervenire presso i ministeri competenti per chiarire che tutti i procedimenti amministrativi edilizi che possono avvalersi di procedure informatizzate non devono subire interruzioni ma anzi essere confermati e rilanciati, introducendo tempestivamente supporti informatici laddove necessari.

Gli architetti, i pianificatori, i paesaggisti e i conservatori lombardi devono e vogliono continuare, con la responsabilità che ha sempre caratterizzato il loro lavoro, ma, in questo difficilissimo frangente, in un momento di vitali decisioni, chiedono presenza, risposte certe, sostegni e prefigurazioni agli Organismi Centrali ed in particolare al Cnappc, interlocutore che ci rappresenta di fronte al Governo Italiano ed alle altre Istituzioni Nazionali.

23 Marzo 2020

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