Stati generali di Rete Natura: l'intervento di Carlo Mariani

La biodiversità e il suo mantenimento: quale ruolo per gli architetti?  

Gli architetti possono e devono avere un ruolo importante nel mantenimento della varietà degli esseri viventi che popolano la Terra, misurata a livello di geni, di varietà di specie, di popolazioni e di ecosistemi. La partita è sempre più complessa e cruciale per il futuro del pianeta: la biodiversità garantisce infatti l’esistenza fornendo cibo, acqua, energia e risorse per la vita quotidiana.
Come figure specializzate che sono state formate, abilitate, autorizzate ad apportare e anche approvare all’interno dei Comuni le trasformazioni all’ambiente, gli architetti devono essere sempre consapevoli degli impatti che i loro progetti possono avere sugli ecosistemi, naturali e anche urbani. E devono essere consapevoli che molti di questi sono potenzialmente negativi e minacciosi ma altrettanti sono positivi e virtuosi.
Gli architetti in questo senso possono essere dei grandi alleati della preservazione della biodiversità:

Intervenendo sull’esistente in modo più consapevole.
In pieno accordo con la necessità di adottare misure sul contenimento del consumo di suolo e il riuso del costruito, che si tratti di progetti di restauro o di semplici opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, gli architetti possono e devono essere i progettisti di interventi anche più rispettosi delle specie protette che interagiscono con il costruito. Esempio per tutti sono le rondini e i rondoni che nidificano dentro gli edifici, la cui presenza è stata riconosciuta ed è diventata parte integrante del Regolamento edilizio del Comune di Milano, che, parlando di manutenzione periodica degli edifici, invita a favorire “la conservazione e la creazione di nidi per chirotteri, rondini, rondoni o altri uccelli protetti, tramite la fornitura gratuita dei nidi” (articolo 11).

Scegliendo di progettare ex novo in modo sostenibile.
Le strategie di mitigazione degli impatti degli edifici e dei loro cicli di vita fin dalle fasi di cantiere sono molte e spaziano dall’applicazione, ad esempio, dei principi della progettazione passiva, alla selezione di materiali il più possibile sostenibili e a km zero, dalla realizzazione di interventi a basso carbon footprint, all’estensione dell’applicazione dei protocolli di certificazione della sostenibilità del costruito come il LEED e il CasaClima.

Contribuendo a migliorare la qualità della vita nelle città e del paesaggio extraurbano.
In qualità di tecnici impiegati negli enti territoriali, gli architetti sono parte attiva nella programmazione e definizione degli interventi sulla città e sulle sue reti ecologiche (del verde, di smaltimento delle acque, di approvvigionamento energetico) e sui paesaggi extraurbani; come liberi professionisti sono invece attivi nella progettazione diretta degli interventi programmati, che deve seguire le norme di una progettazione sempre più consapevole e attenta al futuro.

Parlando attivamente di trasformazioni dell’ambiente, naturale e costruito, il discorso può e deve essere allargato alle istituzioni che oggi hanno in mano partite importanti nel formare culturalmente, tecnicamente e operativamente gli architetti.
Gli Ordini provinciali, il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori e associazioni di coordinamento e raccordo come Consulta AL sono attivamente impegnati nel definire una “roadmap” per l’indirizzo delle azioni della categoria nel futuro prossimo e meno prossimo, consapevoli che la necessità di preservare l’ambiente e le risorse della Terra è ormai diventata un dovere.
Da una parte abbiamo quindi gli Ordini degli Architetti PPC che, promotori di numerosi progetti che portano gli architetti direttamente dentro le scuole, hanno un ruolo attivo e diretto attraverso la programmazione di una formazione continua divenuta obbligatoria per mantenere l’iscrizione all’albo dei professionisti.
Gli Ordini non si limitano tuttavia a formare e informare gli architetti, ma possono anche collaborare, ad esempio, con i progetti in corso a scala provinciale e regionale come le attività dell’Osservatorio Regionale della Biodiversità, istituito nel 2011 per raccogliere e rendere disponibili le informazioni relative alla biodiversità. O come i numerosi progetti sostenuti da Fondazione Cariplo (tra cui SOS Rondoni, iniziativa di Progetto Natura Onlus patrocinata dall’Ordine degli Architetti PPC di Milano, e il progetto “Rete Biodiversità - la connessione ecologica per la biodiversità” che fra i partner vede la provincia di Varese, Regione Lombardia e Lipu) o la Valle della Biodiversità gestita nella Val d’Astino dall’Orto Botanico di Bergamo.
Passando alla scala regionale, Consulta AL ha oggi attivi Gruppi di Lavoro dalle competenze trasversali (tra cui il nuovo “Rigenerazione urbana e criteri minimi ambientali”) incaricati di definire le linee di indirizzo della sua continua attività di confronto e dialogo con i molti tavoli regionali aperti e le istituzioni presenti sul territorio.
Tutti gli architetti sono impegnati in questo processo anche a scala nazionale attraverso il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC. Il Dipartimento Ambiente, Energia e Sostenibilità coordinato da Alessandro Marata sta elaborando un vademecum per portare gli architetti a operare secondo modalità che abbiano ricadute positive anche per la salvaguardia della biodiversità. Le linee guida in corso di elaborazione traducono in azione i 17 obiettivi (Sustainable Development Goals) inseriti nell’”Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile” approvata nel 2015 dalle Nazioni Unite per contribuire allo sviluppo globale, promuovere il benessere umano e proteggere l’ambiente e saranno presentate il prossimo anno.

Per concludere, il legame tra architettura, architetti e protezione e tutela della biodiversità è molto stretto.
Maggiore è la consapevolezza dell’importanza di un ruolo indispensabile, da parte dei professionisti ma soprattutto da parte dei numerosi attori attivi nelle trasformazioni del territorio, maggiori e più diversificate saranno le ricadute virtuose e positive, oggi e in futuro.

La biodiversità è un impedimento o un’opportunità per gli architetti?
Sicuramente la biodiversità può essere un’opportunità importante per tutto il sistema di cui gli architetti fanno parte insieme ai loro organi di rappresentanza. Gli obiettivi sono comuni e molte sono le possibilità di creare sinergie o potenziare quelle già esistenti con i molteplici attori, sia pubblici che privati. Le opportunità però vanno costruite e per farlo servono progetti e programmazione che devono essere anche supportate da fondi. Consulta AL è disponibile.

17 Giugno 2019

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